Storia

I documenti che costituiscono le fonti per la storia di una chiesa recente vien fatto di ritenerli tanto ovvii e così poco opinabili da non meritare, si direbbe, il rango dignitoso di quelli che riguardano chiese antiche: giacché questi ultimi sembrano trarre valore e interesse dall’antichità e, in parte, dalla nebulosità che li rende, di regola, discutibili. Sì che, se ci si limitasse a tener conto dell’opinione corrente, si sarebbe tentati di rinunciare a tessere una quale che sia “storia”, poniamo, della Basilica di S. Eugenio.

* 12 maggio 1942 – Nel XXV della consacrazione episcopale di Pio XII, il mondo cattolico manifesta l’idea di presentare al S. Padre qualche dono a lui accetto. L’augusto Pontefice permette che le eventuali oblazioni servano ad erigere un Tempio in una nuova zona di Roma particolarmente estesa ma priva di edifici per culto e l’assistenza parrocchiale; e consente ch’esso, offertogli dai fedeli dell’orbe, sia dedicato al Santo dal suo nome battesimale, il papa S. Eugenio I romano. Tra le offerte giubila vi è quella dell’Associazione Cavalieri di Colombo, dell’area su cui sorge la Chiesa.
* 28 giugno 1943 – Il Santo Padre benedice la pietra dedicatoria, marmo “tratto dalle mistiche oscurità delle grotte vaticane”; la pietra è tuttora ben visibile nella cripta della nuova chiesa e ben leggibile l’iscrizione che vi è incisa.

Progetto elaborato da Enrico Galeazzi in unione con Mario Redini; strutture di Giuseppe Nicolosi.

I lavori nell’autunno del 1943 furono sospesi, né fu possibile riprenderli prima del 1947; ma in quest’anno la chiesa cominciò, anzi riprese a crescere dal suolo.
Anni, questi tra la fine della guerra e il 1950, ancora echeggianti antiche e nuovi disumanità: ma nella nuova chiesa tale temperie spirituale e materiale parve risolversi in una alacrità di lavoro che lasciò libero il confluire di idee e mezzi d’opera, per complessi ed eterogenei che fossero: operai vecchi e nuovi, forme vecchie e nuove, elementi tradizionali e risorse attuali della tecnica, furono concomitanti con la più pronta duttilità degli architetti, che non esitarono a modificare il progetto originario, via via che la travolgente ripresa di vita del dopoguerra offriva nuovi orizzonti, per l’appunto, e alla tecnica e all’arte. Certamente gli architetti di S. Eugenio furono influenzati positivamente anche dal carattere del luogo scelto per la nuova basilica, situata tra monumenti particolarissimi: la Vigna di Papa Giulio III, la casina di Pirro Ligorio con la fontana dell’Ammannati e l’architettura del Vignola; tutto ciò non poteva infatti che condurli, quasi naturalmente, alla progettazione di un’opera costituita di elementi che manifestassero una certa solidità ed una chiara definizione delle forme: in poche parole, ad un’architettura classica, ma moderna al tempo stesso.
Inoltre, la nuova chiesa, situata nel fondo della Valle Giulia, si sarebbe inserita naturalmente nel panorama cittadino, e quindi di per sè architettonico, dominato dall’alto dei colli Parioli e culminante nella cupola di S. Pietro, e non necessitava, quindi, di effetti scenografici naturali.

* 2 aprile 1949 – Pio XII (motupr. Quandoquidem) fonda un Istituto intitolato al Santo, presso l’erigenda parrocchia, ove i giovani sacerdoti della città di Roma completeranno la propria formazione ecclesiastica e s’eserciteranno nel ministero parrocchiale.

* 16 marzo 1951 – Erezione della parrocchia (lett. Apost. Petrianae navis).

* 23 maggio 1951 – La chiesa viene dichiarata Basilica Minore (lett. Apost. Honoris pastoralis).

* 2 giugno 1951 – Pio XII consacra, in onore di S. Eugenio I, l’altare maggiore. La Basilica è officiata dal clero secolare. Ovvio il motivo della dedicazione a S. Eugenio I, che nel VII secolo fu anche onomasticamente predecessore del Pontefice. Nota la data della benedizione del tempio (venerdì 1° giugno 1951) da parte del Vicario di S. Santità Cardinale Clemente Micara; così com’è noto che l’altare maggiore fu consacrato il giorno seguente (2 giugno 1951), festa di S. Eugenio, dallo stesso Papa regnante. Viene conservato nel “sepolcreto” il testo della piccola pergamena, racchiusa con le reliquie dei santi Lorenzo, Agnese, Pio V, Filippo Neri, Nicola della Flue, Catarina da Siena e Francesca Saverio Cabrini. Lo stesso dicasi per il testo della Bolla con la quale la chiesa fu eretta a parrocchia e in seguito a Basilica Minore.

* 2 aprile 1952 – Riconoscimento, agli effetti civili, della erezione della parrocchia di S. Eugenio I Papa e Confessore, in Roma.

Così la chiesa sorse e si attuò e si compì, e oggi appare unità definita: ma essa è documento di storia viva e contemplabile, feconda di riflessioni, calda di ricordi di ognuno, quasi fosse un’illustrazione dei tempi che ancora si discutono e che forse si discuteranno sempre, nel prossimo e nel lontano tempo avvenire.